01/11/11

La Festa del Cinema


Prima della fine della manifestazione, merita un posto (anzi un post!) su questo blog, che non a caso si chiama L'OrientaLola, la Festa del Cinema di Roma, che dal 27 ottobre al 4 novembre 2011 sarà all'Auditorium Parco della Musica, ma anche in altre sedi meno ufficiali come la Casa del Cinema, il cinema Embassi (che ha sostituito il non poco rimpianto Metropolitan ormai dimesso!), il Circolo Culturale Elsa Morante.

Alla Festa del Cinema di Roma si va per vedere film, per vedere la passerella con o senza vip. Si va per fare PR, si va per l’ansia di perdersi qualcosa che nei cinema non verrà mai distribuito. Si va per vestirsi da sera, si va per sapere se ci stanno le feste dei film. Si va per mangiarsi un ottimo kebab, si va per vedere la mostra di PPP (Pier Paolo Pasolini) nel seminterrato dell’Auditorium, con accesso solo con biglietto di un film.

Il programma è vasto e vario, perciò bisogna avere dei parametri certi: il regista, l’attore, il genere, la trama. Personalmente quest’anno ho optato per la netta sovrapposizione del programma del festival con i miei turni! Il resto è stato abbastanza facile, dovendomi incontrare con i gusti dell’amica Lucia e… avendo aprioristicamente escluso tutte le sedi che non fossero quella ufficiale! (ciecamente snob!)

Il risultato è stato il seguente.
Sabato sera Hysteria, un film inglese di Tanya Wexler che affronta con ironia ed eleganza il tema della paternità del vibratore! Tecnicamente molto semplice e poco pretenzioso, indiscutibilmente comico, una tematica nuova sul grande schermo, ma un finale un po’-tanto scontato.
Lunedì abbiamo volontariamente scelto di farci una doppietta cinofila iniziando con Circumstance un film iraniano, ma girato in Libano. Anche qui la regista è donna e racconta la storia di due ragazze iraniane che vorrebbero trasgredire a più non posso, invece ricevono bastonate (in questa sede bastonate in senso metaforico) con un climax ascendente! Non c’è intenzione né desiderio di cambiare le cose, ma solo di scappare.
Quindi Patria o muerte, un film verso cui nutrivamo molto aspettative e che invece ci ha delusi al 50%, nel senso che due su quattro di noi non lo hanno apprezzato (me compresa). Ci si aspettava più politica, più critica o adesione alla situazione post-Castro, con occhio analitico, invece il risultato è stato una serie di quadretti grotteschi, paradossali, pittoreschi sul quotidiano cubano. Fantastica la luce e notevole la stretta vicinanza con i cubani e la loro vita, ma poco chiari gli intenti e molto, troppo indugiare su alcune situazioni con inquadrature senza fine.
Nota di colore: prima di entrare a vedere Patria o muerte siamo incappati nella passerella (notare il gioco di parole…!!!!) di drug queen, che probabilmente aprivano la proiezione di The British Guide to Showing Off. Stupidi a non averlo notato nel programma, perché ce n’erano di belle veramente! 



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